30 Luglio 2020
lettura in 3 minuti

Lettera alla mia scuola

di Chiara Bonzi

Nonostante tutti gli aspetti negativi, tu cara scuola, mi piaci. Sei sempre stata tutto per me: il mio dovere, il mio diritto, il mio lavoro, il mio sfogo, il mio hobby

San Giovanni Bianco, 5 marzo 2020

Cara scuola,

Ti chiederai perché ti scrivo una lettera e la domanda è più che valida. È dal 26 Febbraio che non ci vediamo, a causa di questa epidemia virale che chiamano “Coronavirus”. Che poi io cosa effettivamente sia questo Coronavirus ancora non l’ho ben capito. Ciò che è chiaro a tutti, è che rimarrai chiusa almeno fino alla metà di Marzo. Mi manchi? Sì. Lo so che potrò sembrare  “smielata” ma, a volte, il valore delle cose lo comprendi solo quando non le hai più.

Sei sei un punto di incontro

È vero, mi causi tantissimo stress e per questo mi procuri tanti malanni. È vero, mi tieni occupata tutto il giorno. È vero, spesso mi fai piangere. Ma non sei solo questo. Sei anche conoscenza, sei punto di incontro, sei un gruppo di persone. È proprio sui tuoi banchi, nei tuoi corridoi, che nascono le amicizie, magari anche i primi amori. Permetti a noi studenti di ampliare le nostre conoscenze, di metterci alla prova e di auto valutarci.

Però sei anche veramente tosta...

Ci impegni di giorno e sì, anche la notte. Ci procuri ansie che a volte ci fanno litigare con i nostri amici o persino con i nostri genitori. Dicono che i voti non sono importanti, ce lo ripetono in continuazione, eppure io e te sappiamo benissimo che sono molto importanti. Prendi me: se i miei voti non saranno alti abbastanza, non riuscirò a prendere la borsa di studio che mi permetterà di pagarmi gli studi; se all’esame di maturità non raggiungerò l’82, non potrò accedere a una scuola straniera. Questo vorrà dire accontentarmi di restare nel mio paese, accontentarmi di un lavoro qualsiasi. Okay, forse un po' ho esagerato, ma questo rende l’idea che i voti sono importanti, o almeno lo sono per molti di noi studenti.

Nonostante tutti gli aspetti negativi, però tu, cara scuola mi piaci.

Sei sempre stata tutto per me: il mio dovere, il mio diritto, il mio lavoro, il mio sfogo, il mio hobby. E ora che non ti ho più, quando passo per strada e ti vedo là, tutta sola e spenta, il mio cuore si spezza. Mi manca alzarmi presto e, mezza assonnata, andare a prendere il pullman. Mi mancano le voci per i corridoi, per le scale. Mi mancano i volti familiari dei miei amici, o di persone che semplicemente vedevo tutti i giorni. Mi mancano le risate, le lezioni noiose , i mal di testa e quel senso di nausea prima di una verifica. Perché? Perché sono tutte cose che conosco bene e con le quali ho imparato a convivere, fanno parte di me.

A casa, invece, mi sento quasi fuori posto.

A scuola so chi sono, so cosa gli insegnanti si aspettano da me e cosa devo fare; a casa no. Mi sento come se non appartenessi a questo posto, mi sento inadatta, non so che fare. E per questo mi rifugio ancora nei tuoi libri, nei miei libri da leggere. Devo impegnare il tempo al massimo; anche se, certo, tu contribuisci a non farmi avere tempo libero, dato che anche a distanza, ci stai sommergendo di compiti e studio.

Però mi manchi, quindi ti prego: torna presto. Io ti aspetto. Con affetto,

La tua studentessa Chiara

Chiara Bonzi

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