25 Novembre 2021
lettura in 4 minuti

Black Friday, does it matter?

di Spazio Informagiovani

I consumi fast e bulimici cominciano a starci stretti, ma possiamo cambiare tradizioni quest’anno

Sempre di più le e i giovani che incontriamo ci raccontano della loro attenzione per l’ambiente e per consumi più sostenibili. Venerdì per noi è ormai sinonimo di futuro, di attenzione alle esigenze climatiche e di impegno per stili di vita etici, che riducano il nostro impatto sulla Terra e sulle altre persone. 

Eppure, a fine novembre, tra Black Friday e Cyber Monday, vediamo ancora troppo nero. I due appuntamenti per lo shopping a prezzi ridotti, di tradizione americana, corrispondono a una celebrazione ritualistica ed euforica dei consumi senza regole né necessità, che poco c’entrano, ormai, con le esigenze delle generazioni più giovani e creano, piuttosto, diverse perplessità. 

Se due anni di pandemia ci hanno insegnato che possiamo vivere a ritmi più lenti, riscoprire forniture locali e fare tutto con meno (meno vestiti, meno oggetti, meno supermercati…. meno lievito!), ci è sembrato giusto interrogarci sul senso, nel 2021, di giornate come queste, dove le logiche delle promozioni folli ci inducono a consumare senza riflettere. Usiamo il verbo consumare non a caso: spesso non si tratta di acquisti, ma di vero e proprio sfruttamento di risorse, energie, lavoro. DISCLAIMER: nessuna demonizzazione dello shopping, crediamo solo che ci siano modi più consapevoli per farlo! 

Perché Nero?

Il Venerdì Nero è il venerdì che segue il Giorno del Ringraziamento e, da decenni, negli USA, corrisponde alla giornata di grandi sconti e promozioni che consente a commercianti e negozi di accumulare le vendite più consistenti dell’anno, di chiudere i registri in nero, il colore che, dagli anni Ottanta, per i negozi statunitensi corrisponde al colore dei guadagni - contrapposto al rosso delle perdite - (Thomas, J. B., & Peters, C., 2011, An exploratory investigation of Black Friday consumption rituals, International Journal of Retail & Distribution Management). Sulla scia di L’Italia che Cambia, ci sembra, però, di poter traslare la metafora del nero su altri aspetti per riflettere su qualche punto e ragionare su uno stile di consumi di cui il Black Friday è l’apice. Sì, perché il colore nero contraddistingue anche inquinamento di auto in coda per accedere ai centri commerciali o dei furgoni dei corrieri in consegna, degli scarti della produzione industriale o del petrolio usato per la confezione di packaging in plastica o composti di multimateriale non riciclabile, o, ancora, nero come i rifiuti che produciamo con l’acquisto compulsivo di accessori elettronici o di moda a basso prezzo ma a grande impatto ambientale.

E non nascondiamoci dietro l’utopia dell’equazione maggiore consumo, maggiore lavoro: al netto di guadagni delle grandi aziende del capitalismo digitale e degli e-commerce, poco resta in mano a lavoratrici, lavoratori e alla piccola imprenditoria. Non solo: uno stile di consumo non etico si riflette anche sulle condizioni di vita di dipendenti, per lo più giovani, giovanissimi e con storie migratorie, che subiscono le costrizioni di contratti atipici, di breve durata, con stipendi al limite dello sfruttamento e tempi di lavoro insostenibili, fisicamente e mentalmente

Cosa possiamo fare per cambiare? 

Dai vestiti alle penne, possiamo investire su acquisti più consapevoli e ragionati. Prima di acquistare qualcosa, chiediamoci se ci serve davvero e se possiamo trovare lo stesso articolo da un produttore o rivenditore locale, magari ad un prezzo maggiore, ma con qualità migliore rispetto a quello che troveremmo online o nella grande distribuzione. Cerchiamo di fare qualche ricerca sull’impegno delle aziende da cui acquistiamo a tutela di ambiente, di lavoratrici e lavoratori. Scegliamo usato o rigenerato, quando possibile, anche perché spesso, se parliamo di abbigliamento o arredamento, ad esempio, possiamo scegliere prodotti con grande personalità. Ci sono anche moltissim* youtubers che si dedicano a fare la ricerca per noi e consigliarci, come Camilla Mendini, che si occupa di moda sostenibile. 

Un pizzico di gentilezza

Quest’anno, quindi, perché non scegliamo di celebrare un altro evento? Si chiama Giving Tuesday ed è il giorno del dono, nato nel 2012 proprio in risposta a Black Friday e Cyber Monday. Ci invita ad esercitare la gentilezza, in tanti modi perché “ogni atto di generosità conta”, come ci racconta il portale italiano del Giving Tuesday. Prendiamola come un’occasione in più per sostenere un’organizzazione o una persona, ed allenare il nostro spirito di partecipazione per costruire insieme un mondo più solidale

Spazio Informagiovani

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