7 Aprile 2023
lettura in 7 minuti

Giovani con bisogni diversi ma la stessa opportunità

di Bergamo per giovani

Ericka è un’arte terapeuta curiosa e spigliata, Margherita ama i libri e li racconta in un podcast, Marco è un musicista che si sta specializzando come fonico.

Cos’hanno in comune? Bergamo per Giovani, il progetto di politiche per giovani del Comune di Bergamo.

L’hanno incrociato in tempi e modi diversi e l’hanno avvicinato con bisogni differenti andandosene, però, con un bagaglio simile: nuove competenze da spendere per sé e nel mondo del lavoro.

Bergamo per Giovani non è un centro per l’impiego o un’agenzia interinale, non ha il compito di trovare un lavoro a tutti i ragazzi e le ragazze che incontra e non ne ha nemmeno i mezzi. Ha, però, il compito di stare a fianco, indirizzare, far riconoscere e sviluppare le proprie competenze. Lo fa attraverso l’Informagiovani, il servizio dedicato alle azioni info-orientative, e attraverso una serie di opportunità formative che mischiano teoria, pratica, esperienza sul campo.

Ericka ha conosciuto Bergamo per Giovani grazie al progetto Set Me Now che promuoveva esperienze di tirocinio in una serie di realtà tra cui gli spazi giovanili comunali.

“Pur essendo di Bergamo, ho sempre lavorato a Milano perché ho studiato Teoria e pratica della Terapeutica Artistica all’Accademia di Brera e perché lì le scuole offrivano tante opportunità, attivavano tanti laboratori artistici. Guadagnavo bene. Con il Covid tutto si è fermato. Mi sono sentita un po’ inutile quindi ho deciso di fare un master in Master in Pedagogia Montessoriana. Il lavoro, però, non riprendeva e così, quando ho visto che c’era la possibilità di fare questo tirocinio, mi sono subito candidata”.

Così Ericka è approdata negli spazi giovanili giocando le sue competenze artistiche e potenziando quelle educative. “Le persone pensano che l’arte-terapia serva solo con persone in situazioni di fragilità, disagio, malessere ma non è così. È uno strumento che può essere utilizzato in tutti i contesti educativi”.

L’esperienza di tirocinio ha insegnato a Ericka “a far giocare i ragazzi, a lavorare sulle regole. Soprattutto ho imparato a relazionarmi con persone che non conosco, a interagire immediatamente, senza una precedente conoscenza od osservazione”.

“Per me è stato importante perché è stata la prima occasione di sperimentarmi sul territorio di Bergamo e conoscere la rete di soggetti, realtà e servizi che operano nella città in cui vivo ma nella quale non mi ero mai mossa”. E le ha permesso di conoscere tante nuove persone.

Questa conoscenza non è stata fine a se stessa: dopo il tirocinio, Ericka ha trovato lavoro in una cooperativa sociale che ha riconosciuto e valorizzato le sue competenze di arte terapeuta e quelle che, durante il percorso, ha acquisito.

Margherita studia scienze psicosociali della comunicazione in Bicocca. Ama i libri e li racconta in un podcast. Come ha imparato a fare podcast? La scorsa estate sua mamma ha letto su L’eco di Bergamo dei laboratori tematici sviluppati dentro il progetto “Da grande voglio fare…” (l’azione di Bergamo per i Giovani che lavora sulle passioni e su come farne un lavoro) e, pensando fossero attinenti al suo percorso di studi, ha ritagliato l’articolo e gliel’ha fatto avere. “Effettivamente erano attinenti e ho detto: dai, proviamo!”. Nella settimana di attività, Margherita ha appreso le tecniche base per la realizzazione di un podcast. Da lì, è nato “Libri aperti” che racconta in maniera fresca e leggera e in pochi minuti i grandi classici della letteratura (registrato presso lo spazio a Boccaleone). In virtù di questa esperienza, le abbiamo chiesto di fare un intervento come formatrice durante un pcto gestito dalle politiche per giovani. “È stata un’esperienza molto bella perché, nonostante l’entusiasmo, avevo un po’ il timore del… non ce la faccio. E, invece, l’incontro è andato molto bene e ho visto i ragazzi interessati. L’esperienza mi ha dato la possibilità di sviluppare competenze - per esempio preparare una presentazione – e mi ha dato molto dal punto di vista umano perché è bello vedere che quello che stai portando avanti viene apprezzato”.

Queste cose non sono passate inosservate: il suo sapersi muovere in queste situazioni, il suo entusiasmo, la sua serietà, hanno attirato l’attenzione ed è diventata intervistatrice di uno dei finalisti del Premio Bergamo (spolier: è in produzione un podcast) e poi ha trovato un piccolo lavoro come jolly in alcune biblioteche della città.

Ma lo sapete chi era uno dei formatori della settimana sul podcast?

Era Marco che ora lavora come tecnico e fonico ma che ha avuto diverse esperienze all’interno di Bergamo per Giovani: prima ha partecipato a Nuovi Suoni Live nel 2019, poi ha fatto un laboratorio di video-racconto di alcune realtà produttive all’interno del progetto Place Me Now, poi il tirocinio nel nostro settore comunicazione grazie al progetto Set Me Now e poi il ruolo di formatore in due percorsi di “Da grande voglio fare…” e in diversi pcto.

Marco ha avuto un percorso di studi nel quale non trovava la propria dimensione poi si è iscritto a un corso di music production “perché ho capito che era la mia strada”.

“Mi sono iscritto al laboratorio di Place Me Now! perché in quel momento non sapevo bene cosa fare ed è stato positivo perché mi ha aperto un po’ la porticina per quello che volevo fare dopo. Ho conosciuto Michela Biolzi (allora nostra collega N.d.R.) che mi ha aiutato a fare il curriculum e mi ha proposto di iscrivermi a Set Me Now!”. Da lì a diventare formatore in alcune azioni di Bergamo per Giovani il passo è stato breve.

“L'esperienza da formatore mi è piaciuta moltissimo. Mi ha fatto un po’ capire da un lato quanto sia difficile dover gestire un gruppo di ragazzi, da un lato quanto io sono cresciuto rispetto a loro ma allo stesso tempo quanto sia importante motivare chi è più giovane perché c'è tanta roba da scoprire, tante cose interessanti e quando metti davanti ai ragazzi una un'attività interessante c'è ancora voglia di aprirsi a imparare”.

Anche Marco ha imparato tanto: “Innanzitutto ho capito che cosa voglio fare perché quando mi sono approcciato a queste esperienze ero un po’ disorientato. A volte anche doversi cimentare in cose che non sono strettamente il tuo ti fanno dare un pochino più di motivazione mordente nel dire non voglio andare in quella direzione allora vado in quell’altra. Ma l'elemento più importante che ho capito è che prima di saper fare qualcosa veramente devi averla già fatta quella cosa quindi, purtroppo, devi iniziare impreparato e non avere paura di buttarti”. Anche per Marco queste esperienze sono state un’occasione per scoprire il territorio di Bergamo e le realtà che vi si muovono e gli hanno permesso di sperimentarsi, conoscere persone e mettere un piede al Polaresco, realtà con la quale ha cominciato una collaborazione.

Bergamo per Giovani propone iniziative per apprendere, farsi conoscere, entrare in rete. Sta poi a ognuno e ognuna saper afferrare queste opportunità, giocarsi le proprie carte, fare il salto che permette di fare della propria passione un lavoro.

Noi continueremo ad ascoltare ragazzi e ragazze per cogliere i loro desideri e bisogni e costruire azioni che siano accattivanti e, soprattutto, li possano far crescere e avvicinare al mondo del lavoro.

E se servisse qualcosa di più? Se ci fosse bisogno di chiarirsi le idee? Di un accompagnamento individuale? A quello pensano le colleghe dell’Informagiovani!

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